LETTERE COMPOSTE DA MIRELLA
Mirella non può scrivere, ma c’è qualcuno che si preoccupa di farlo per lei, consegnando le lettere al destinatario.
Festa del papà (19 marzo 1982)
Papà, oggi il 19 marzo è la tua festa. Ti vorrei dire tante parole, tante espressioni; anche se sono cose da bambina, comunque io te le esprimo ugualmente, però abbreviate, perché tu sai, papà, quali sono le mie sofferenze, ma ti posso dire solo queste parole.
Papà, ti voglio tanto bene e questo bene non è come neve che si scioglie al sole. No papà, ma esce dal profondo del cuore. Lo so che tu hai lavorato tanto per me, che mi hai sostenuta fino ad adesso, a 18 anni, senza mai essere stanco. Anzi dài tanto sollievo alle mie sofferenze.
Lo so, papà, che alla sera quando torni dal lavoro sei stanco, lo si vede dal volto, magari anche se hai tanti pensieri nella testa. Però tu, papà, vieni sempre tutte le sere vicino al mio letto col volto sorridente per chiedermi come ho passato il mio stato di salute durante la giornata, e mi dài quasi sempre rimprovero amichevole sulla quantità del pranzo che ho fatto, che mangio molto poco.
Ma poi, papà caro, non fai altro che tenermi allegra, sgridare i bambini che alzano la voce, perché magari ti senti male che mi vedi che non mi sento bene. Non ho altro da dire che ringraziarti di tutto quello che fai per me, e augurarti, caro papà, tanti auguri, e saluti e spero che resteremo felici come lo siamo stati durante la mia infanzia, se ben ricordi, e lo saremo per tutta la vita.
Auguri papà
Festa della mamma (di quale anno?)
Per te mamma, La bellissima parola “mamma” significa dire tutto, ossia gioia, felicità, amore. E' la prima parola che è uscita dalla mia bocca.
Per me, mamma, tu sei mia mamma particolare. Chi ha sofferto e soffre per me? Chi mi ha portato in grembo per nove mesi, soffrendo dolore? Chi mi cullata? Chi ha asciugato le mie lacrime? Chi mi ha cresciuta? Tu, mamma cara, ed io voglio pure che tu sappia quanto è grande il mio amore per te. Non pensare che io non capisca il bene dal male. Lo so, mamma, che il mio stato di salute ti fa soffrire tanto. Però, mamma, so pure che, come Gesù si caricò la sua Croce pesante sulle spalle, così tu hai preso le mie sofferenze. Ma lo so, mamma, che tu le sai portare avanti senza mai perderti di coraggio.
Mamma, per me sei tutto: senza di te mi sento come un giorno senza sole. Non sono capace di stare un momento lontano da te. E neanche tu, mamma, lo sei capace: me lo dice il mio cuore. Il tuo cuore è un fiore così tenero e delicato e non contiene altro che amore.
Il tuo cuore è come una fiamma che emana calore dappertutto. Non importa, mamma, se sulla tua faccia sta comparendo qualche ruga: lo so che è l'età, ma sono anche le sofferenze.
Ma per me, mamma, il tuo volto è quello di diciotto anni fa. E come la canzone ha la musica, così io ho te, o dolce e cara mamma. Siccome tu non dài peso alle mie sofferenze, tu per me sei una mamma degna di quel posto prediletto dal Celeste Dio che è il Paradiso.
Le mie parole sono: mamma, mi raccomando, non dare peso alle mie sofferenze perché per me sono fiori nell'aldilà, cioè che volano in Paradiso. Non posso aiutarti di niente altro, solo con le mie preghiere al Signore, perché ti dia tanta e tanta salute, forza e serenità.
Per mia sorella che parte in Svizzera (1980)
Cara sorella, vedo che ormai è giunta l' ora della tua partenza; il tuo volto però, non lo vedo giulivo, ma è pallido e con una tristezza tale che non so descrivere. Forse la tua tristezza è per la lontananza e staremo molto tempo a non vederci.
Ma non credo che, come la gente mi dice, che il mio volto se lo vedono davanti e, anche tu, cara sorella, terrai il mio volto conservato nei tuoi occhi e nella tua mente.
Le mie preghiere che rivolgo al Signore sono quelle di darti salute e felicità. Per la piccola Mariangela poi, un senso d' immenso dispiacere, anche se capisco, nonostante tutto, che la sua infanzia la deve vivere con i suoi propri genitori; però non dimenticherò mai così facilmente i suoi dolci gesti e la sua dolce voce, da cui uscivano tante espressioni; non dimentico quello di zia.
Quindi non mi resta altro di rivolgere a te, caro cognato, queste poche parole: voglio che tu sappia che l' amore di mia sorella per te è immenso, non basta confrontarlo con il mare e non posso dire come è la vita da sposati; però, caro cognato, capisco invece l' amore quanto è grande per la famiglia.
Perciò, caro cognato, cercate di capirvi l' un l' altro e di rispettare il matrimonio che è sacro. Sai, caro cognato, forse tu non conosci il mio stato d'animo in questi momenti, ma penso che sei abbastanza intelligente e potrai capirlo. Non riesco a dire nient’ altro, ma penso che tu riesca a capire cosa vorrei dirti. Ciao e tanta sincera felicità e salute.
Agli ammalati
Miei cari fratelli e sorelle nel dolore.
Io, come voi, ho la penitenza della sofferenza e credo di conoscere più da vicino le vostre pene. Lo so che soffrite tanto e che in qualche momento di sconforto vi escono dal cuore pensieri cattivi, a causa della sofferenza; ma io lo so che non siete voi a parlare, bensì il dolore.
Però, se pensiamo a quanto ha sofferto il Signore e che per noi ha offerto la propria vita, noi dovremmo sentirci più vicini al Signore con le preghiere rivolte a chi non sa pregare e per chi non conosce Gesù. Non diamo molto peso alle nostre sofferenze ma, prese con sollievo, consideriamole come dono del Signore. Perché Egli ha dato ad ognuno di noi un dono, una grazia; la nostra è quella della sofferenza.
Noi dobbiamo scoprirne il valore, perché attraverso di esso possiamo sentirci più vicini al Signore, conoscere il suo amore e la nostra anima diventerà segno di fede. Vi saluto, cari fratelli e sorelle in Cristo, dicendo di non considerare come castigo la sofferenza. Il Signore ha scelto noi, perché attraverso di noi tutte le genti possano conoscere ed amare Gesù sofferente.
Fra tanti, Lui ne scelse solo dodici: noi diventiamo suoi apostoli, accettando queste sofferenze per il Signore, manifestatosi in noi per la remissione dei peccati. E così saremo sicuri di avere un posto vicino ai suoi Angeli e ai Santi nel Paradiso.
Lettera ai giovani
Cari fratelli,
chi parla è una ragazza sofferente che però, con la grazia della sofferenza, mi sento più vicina al Signore. Ho scoperto tante cose e nel mio cuore non ho altro che il Signore.
Nonostante la mia sofferenza, che mi costringe quasi sempre a letto, conosco molte cose del mondo esterno. So che esiste l' ingiustizia, l' ignoranza, l' egoismo in questo mondo di cui noi giovani facciamo parte.
Guardiamo solo al presente, ma del futuro sembra non ne vogliamo sapere niente. Sembriamo dei cavalli al galoppo, che corrono senza nessuna mèta. Pensiamo forse che basta allungare le mani per aggrappare il mondo? Riflettiamo e scopriremo che, anche spiritualmente, siamo un po’ ammalati. Noi giovani non dobbiamo avere come punto base della nostra vita solo il cinema o altre cose che non servono. Entriamo a far parte di qualche gruppo cattolico, scopriremo così il dono della fede e potremo così conoscere i bisogni che ci sono nel mondo, di quanta gente muore di fame, di malattia e di miseria. Cari giovani, quanta gente c' è che non conosce per niente il Signore, e tutto questo perché accade? Perché non conosciamo la parola del Signore, non siamo vicini alla Chiesa e non mettiamo in vigore la parola del Signore e viverla così insieme a chi, come noi non la conosce. Se tutto questo potrebbe essere nostro, saremmo così missionari là dove c'è bisogno e ci sentiremmo più vicini al Signore. Soprattutto, miei cari fratelli, avvicinate gli ammalati, avvicinateli a voi e fateli sentire più esseri umani, aprite loro le braccia e che siano braccia sempre più tese all'amore, come Gesù ha amato noi. Ricordando il suo insegnamento che chi ama ed aiuta i fratelli, specie i più deboli, avrà dato quest' aiuto a Gesù stesso, siamo sempre tutti per uno e uno per tutti nel Signore con coraggio, spalancando così le porte dei nostri cuori al Signore nostro Gesù Cristo.
A Rocco e Nunziatina (coniugi vicini di casa tuttora viventi)
A voi, Rocco e Nunziatina, dono questa mia foto, con la speranza che voi vi possiate ricordare di me. Vi prego di non dimenticarvi quei momenti trascorsi insieme e che l' amore non sa calcolare. Io vi penserò sempre e vi ricorderò con le mie preghiere.
A voi sposi, Rocco e Nunziatina, porgiamo i nostri più fervidi auguri affinché possiate avere, come Giuseppe e Maria, la capacità di affrontare la vita così come viene, anche se a volte la gioia si unisce al dolore. Che possiate essere dei genitori modello, pieni di umiltà e di fede. Un augurio più vivo di una vita prospera e felice.
Famiglia Solidoro Giuseppe
A Suor Maria Elisa Zanchi
Reverenda e cara Madre, vi auguro una buona e Santa Pasqua, sperando che la vostra Pasqua sia piena di opere buone e frutto della vostra carità. Gesù ha amato noi fino alla morte. Noi dobbiamo amare i nostri fratelli sino al sacrificio. Sfruttiamo in parole e in opere il più bello insegnamento che Gesù ci ha lasciato: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Così facendo, noi potremo acquistarci il Paradiso.
(Scritto dalla mano di Mirella con la biro rossa):
Dono questa mia foto con la speranza che lei si ricordi di me, la ammiro tanto per le sue doti e capacità di saper accettare. Continui ancora perché la sua meta sarà la santità.
A Suor Marielle Dion, Piazza Cardinal Ferrari 5, Milano
Benedetto sia Dio, Padre del Signore Nostro Gesù Cristo, e benedetta sii tu, cara sorella, perché il Signore ti conceda la grazia di rinnovare i voti e di porli a servizio dei fratelli, come Cristo diede la sua vita per noi.
Ti auguro che tu possa rinnovare questi santi voti e di rinnovarli in perpetuo. Chi ti fa questi auguri e che prega anche per te? Mi presento: mi chiamo Mirella, ho 18 anni e sono ammalata da un oscuro male; anch'io ho chiesto al Signore di farmi la grazia di diventare Suora come voi. Spero nel Signore affinché questa grazia venga concessa, lo spero da sempre. Possano questi voti rinnovarsi ancora più per amore del Signore, per Lui che ci ha concesso la grazia mediante il suo sangue.
Alla mia cara mamma (prima di un controllo medico)
Mia cara mamma, domani andrò via, sarà solo per due giorni. Ma sono sicura, cara mamma, che sia per te che per me sembrano lunghe settimane. Mamma, a te dispiace molto il mio distacco, però il dispiacere lo nascondi nel cuore, non lo dimostri vicino a me.
Tu puoi vedere che spesso le mie lacrime scendono giù dai miei occhi come se fossi una bambina; ma ti prego, mamma, guarda la mia sedia, guarda il mio letto, come se io fossi là e recita anche il Rosario. Ma l' importante è che nel tuo cuore rimanga sempre l' amore. Mi mancheranno tanto i tuoi dolci sguardi, i tuoi gesti, le tue dolci parole e magari anche il tuo respiro; pensami, mamma, come io penso te.
Lo sai benissimo anche tu che questo controllo lo faccio proprio per ordine di obbedienza e perché sia fatta la volontà del Signore, perché le mie parole, mamma, tu lo sa,i che sono state sempre: che il mio controllo è il mio Signore.
Perciò ti raccomando, mia dolce mamma e miei cari tutti, in questi giorni non voglio vedervi piangere per la mia mancanza, fate come se io fossi in mezzo a voi. Spero che il Signore mi dia quel coraggio che fino ad ora non ho trovato e spero lo stesso per tutti voi, in particolare per la mia mamma, e così preghiamo il Signore che mi farà tornare presto nella mia amata casa.
Ciao mi mancherete tanto.
A mamma Rosa (una signorina di Salve, intorno alla quale si riuniva un gruppo di fedeli per pregare)
Mia cara mamma Rosa, nella tua sofferenza tu mi sembri una stella che emana amore dappertutto.
La tua meta è quella di essere una santa nella gloria di Dio, perché il Signore dice: “non chi dice Signore entrerà nel Regno dei cieli, ma chiunque avrà fatta la volontà del Padre mio”. Io pregherò sempre per te affinché le mie preghiere riescano a lenire i tuoi dolori; pensami sempre.
Ad Antonio e Anna Rita, per i loro 25 anni di matrimonio (24/8/1999)
Cari Antonio e Anna Rita,
con il cuore in mano con voi questo giorno festeggiamo.
Oggi il Signore voi lodate per avervi fatto vivere 25 anni, volendovi con il cuore tanto bene e restando fedelmente sempre insieme.
Nel giardino del vostro amore tanti fiori sono spuntati e, come arcobaleno, i giorni più felici vi hanno colorati.
Continuate ad essere quei due giovinetti semplici, timorosi ma che nel cuore vivevano il loro giovane e dolce amore.
Quante lune vedrete ancora spuntare, mille anni insieme vivrete con intenso amore, bello come il cielo, profondo come il mare, che voi, Anna Rita e Antonio, non potrete dimenticare.
Ad Anna Rita nel giorno del suo onomastico (22/5/1997)
Cara sorella,
il nome tu porti della Santa più bella.
Oggi in cielo che di certo è festa, lei lo sguardo ha rivolto verso di te.
Anche lei è stata madre come te e tutto il dolore e l'amore ha raccolto al suo cuore.
Anche lei ha pianto e a Dio ha offerto il suo lamento.
Oggi le sue mani sante sulle tue spalle poggerà
ed il suo sguardo nella vita ti accompagnerà,
oggi, domani e sempre.
Auguri da Mirella
Ad Anna Rita nel giorno della festa della mamma (10/5/1994)
Sono una bimba piccolina che tra poco nascerà.
Ti prego, mamma, tienimi ancora nel tuo pancino:
vedrai che quando nascerò,
tanta gioia ti darò.
Il sole per te risplenderà
e quest'inverno finirà.
Auguri mamma, per la tua festa.