Lettera di P. Giambattista dei Frati Cappuccini di Francavilla Fontana
14 ottobre 1999
Carissimi tutti, mamma, papà, Antonio, Ilaria, M. Lucia, Anna Rita e fratello,
posso comprendere che cominciate a dubitare di me, quindici giorni dopo la scomparsa della vostra Mirella. Soltanto le mie condoglianze per telefono e poi silenzio.
Quando Antonio mi comunicò e Ilaria per telefono mi spiegò come era avvenuta la morte di Mirella, io stavo in cattive acque. Per un disturbo insolito mi dovevo ricoverare in ospedale, ma ho preferito rimanere a casa in assoluto riposo. Non vi posso dire quanto mi sono dispiaciuto e quanto atto di fede ho fatto per superare il mio rammarico per l'impossibilità di non aver più visto la mia sorellina. Per tutto questo ho chiesto a Padre Guido di Alessano di prendere il mio posto ai funerali. Anche la settimana scorsa sono stato ricoverato per accertamenti medici a Bari. E ieri mi è andata in fumo un' occasione di essere accompagnato a Taurisano, a causa di impegni nuovi, che non potevo affidare ad altri.
Intanto voi, carissimi, nella tristezza e nello stupore per il grande vuoto nella vostra vita di famiglia, anche voi per primi dovete ogni giorno fare un forte atto di fede e di fiducia, perché la vostra piena dedizione alla vostra figlia malata, e l' insolito, eroico coraggio di lei nell'accettare le interminabili sofferenze con amore, tutto è stato la manifestazione e l'accoglienza della volontà di Dio. Mirella lo vedeva chiaro questo: non conosceva e non amava che la Santa Volontà di Dio. Ogni suo respiro, ogni sua preghiera nasceva dal suo desiderio di adorare e fare la santissima volontà divina.
Credo fermamente che Mirella abbia sofferto tanto solo per amore, con amore e nell'amore di Dio, per poter amare al posto di Gesù tutti i peccatori e gli increduli. Vivo, prego e penso molto unito a Mirella. Ora ci vede, vede finalmente voi, ora ha la vista illuminata dalla vista degli innocenti, lei che nella sua breve vita qui ha dato tutto quel che aveva a Dio per i colpevoli: la luce degli occhi, la giovinezza, la salute. Ha rinunciato per loro ad ogni sogno di vita, ha offerto per loro il suo cuore e l'intera vita di costanti dolori: tutto!
Gesù e Maria l' hanno accolta. Di questo Mirella era sicura in tutti quei sette o otto anni in cui l' ho conosciuta. Anche voi ricorderete per sempre Mirella nella piena intimità di Gesù e Maria. Bastava un piccolo accenno alla preghiera per farla diventare lei stessa preghiera, raccolta e quasi tesa per non perdere un attimo della tenera e reale presenza.
Ora la sua comunione col Padre per mezzo di suo Figlio è diventata divinamente piena e perfetta. In questo dono che lo Spirito Santo ha riservato a Mirella dovete voi, carissimi, trovare la santa consolazione e perfino la gioia, ora condivisa con lei. Perché Mirella è eternamente grata a voi, che avete anche voi "dato la vita" a lei e per lei, con tutto quello che siete stati per lei e avete dato con grande amore per lei, nella quale avete riconosciuto il Cristo sofferente.
Spero di poter al più presto farvi una visita. Forse per il suo trigesimo. Dio vi benedica e vi consoli con la consolazione di Gesù e Maria.
Vostro Padre Giovanbattista