MIRELLA SOLIDORO
La concelebrazione ha visto la presenza di numerosi sacerdoti diocesani (ma anche qualcuno di altre diocesi), di diaconi, di seminaristi e di tantissimi fedeli che gremivano sia la Cattedrale che il piazzale antistante dove era stato allestito un maxischermo.
Durante l'omelia (CLICCARE QUI PER SCARICARE IL TESTO INTEGRALE DELL'OMELIA)
il Vescovo ha detto che è stato particolarmente significativo il fatto che l'iter del processo diocesano si sia svolto durante l'Anno Santo straordinario dedicato da Papa Francesco alla misericordia. Infatti la serva di Dio Mirella Solidoro ha avuto una sublime intuizione della misericordia divina. In una sua preghiera, infatti, ha affermato "mi chiamasti alla croce e io fui felice di portarla".
La vita cristiana si riassume nell'esperienza di Cristo morto e risorto. Anche la sofferenza, la malattia, trova in Cristo il suo compimento. Come diceva s. Paolo - "non sono io che vivo ma è Cristo che vive in me" - anche per Mirella è stata la stessa esperienza.
Nella prima lettura abbiamo ascoltato "volgiamo lo sguardo a colui che hanno trafitto": Mirella lo ha contemplato, lo ha vissuto. Lei è stata un faro di luce per tutti coloro che l'hanno conosciuta sia personalmente che attraverso i suoi scritti.
Anche se non poteva scrivere a causa della sua infermità lei ha rivolto una lettera agli ammalati nella quale diceva lo so che soffrite molto e vi possono venire pensieri cattivi per la sofferenza ma so che non siete voi ma è il dolore a farlo. Però basta pensare a quanto ha sofferto Gesù per accettare ogni problema.
E' un dono del Signore. Dobbiamo riscoprire il valore della sofferenza perchè ci da la possibilità di partecipare alla vita stessa di Cristo.
Anche ai giovani Mirella ha rivolto una lettera. Lei li esorta a visitare gli ammalati e a diventare loro compagni di viaggio. Diceva di avvicinarsi agli ammalati, di abbracciarli perché nei sofferenti si vede lo stesso Cristo sofferente.
La grazia di Dio ha compiuto in Mirella una grande opera di salvezza perchè, come ha accertato il Tribunale Diocesano, lei ci ha lasciato un grande patrimonio spirituale.
Da Mirella riceviamo un messaggio che deve diventare guida della nostra Chiesa Diocesana e che il Vescovo ha sintetizzato in quattro verbi: SOFFRIRE, COMPATIRE, CONSOLARE, OFFRIRE.
La sofferenza non è una sciagura ma è l'unione in Cristo di tutti gli ammalati. La compassione ci avvicina sempre di più a Dio. E' una dimensione divina che noi possiamo sperimentare nella nostra stessa persona. Consolare. Vivendo fino in fondo la compassione si impara a stare con l'altro e a non lasciarlo mai solo nelle difficoltà. La consolazione diventa offerta eucaristica. Vivere la comunione con tutti gli uomini significa vivere il grande mistero eucaristico per la salvezza del mondo.
Il Vescovo ha concluso esprimendo la speranza che la Chiesa riconosca la santità della Serva di Dio Mirella Solidoro ma, intanto, dobbiamo fare nostro il suo messaggio innalzando al Signore la nostra preghiera.
Numerose le autorità civili e religiose presenti alla celebrazione che, al termine della liturgia eucaristica, ha visto la chiusura della documentazione raccolta dal Tribunale Diocesano e che sarà trasmessa a Roma, alla Congregazione per la causa dei santi.
La serata è stata trasmessa in diretta televisiva su TELEONDA (Canale 90) e su Tele Radio Padre Pio (Canale 145).
PER GUARDARE LA DIRETTA STREAMING SUL SITO DI TELEONDA CLICCA QUI
Per l'occasione, i sindaci del dei comuni di UGENTO, avv. Massimo Lecci e di TAURISANO, dott. Raffaele Stasi avevano fatto affiggere un manifesto per invitare le cittadinanze a partecipare all'evento.