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Biografia dei Protettori G. Battista e Maria Goretti

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BREVE BIOGRAFIA DI SAN GIOVANNI BATTISTA

          Nacque da una famiglia sacerdotale. Il padre, Zaccaria era della classe di Abia e la madre, Elisabetta, discendeva da Aronne. Mentre Zaccaria si trovava nel tempio per fare l’offerta dell’incenso, gli apparve l’angelo Gabriele annunciandogli il nome del nascituro e la missione: sarebbe stato grande davanti al Signore, pieno di Spirito Santo, operatore di conversioni in Israele, precursore del Signore con lo spirito e con il potere di Elia. La città di Giovanni, secondo un’antichissima tradizione, sarebbe Ain-Karim, a circa sette chilometri ad ovest di Gerusalemme. La visita di Maria, la madre di Gesù, fece esultare di gioia il bambino nel seno materno.

          La nascita del Precursore è così descritta dall’evangelista Luca nel capitolo I:
Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. Vicini e parenti udirono che il Signore aveva esaltato in lei la sua misericordia e si rallegravano con lei. All'ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria. Ma la madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse il bambino. Egli chiese una tavoletta, e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di queste cose. Coloro che le udivano le serbavano in cuor loro: «Che sarà mai questo bambino?» si dicevano. Davvero la mano del Signore stava con lui.

          Giovanni trascorse poi la sua vita nel deserto fino al giorno in cui si manifestò a Israele, dando inizio alla sua missione lungo il Giordano. Faceva parte della comunità monastica di Qumran, indossava un vestito di peli di cammello con una cintura di cuoio attorno ai fianchi; si cibava di locuste e miele selvatico e dormiva sulla nuda terra. Con forza ed efficacia invitava alla conversione e dava il battesimo di penitenza per il perdono dei peccati.

          Giovanni affermava di essere solo una voce che grida nel deserto “Preparate la via al Signore” e si dichiarava amico dello sposo, indegno di sciogliere i legacci dei sandali del Salvatore.

          Per la sua coerenza e la sua forza d’animo meritò l’elogio di Gesù il quale dichiarò che il Battista era il più grande tra i nati da donna.

          L’evangelista Matteo, nel capitolo XIV, così ne descrive la morte:
Erode aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodiate, moglie di Filippo suo fratello. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla!». Benché Erode volesse farlo morire, temeva il popolo che lo considerava un profeta. Venuto il compleanno di Erode, la figlia di Erodiade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che le promise con giuramento di darle tutto quello che avesse domandato. Ed essa, istigata dalla madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re ne fu contristato, ma a causa del giuramento e dei commensali, ordinò che le fosse data e mandò a decapitare Giovanni nel carcere. La sua testa venne portata su un vassoio e fu data alla fanciulla, ed ella la portò a sua madre.
I suoi discepoli andarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informarne Gesù.

BREVE BIOGRAFIA DI SANTA MARIA GORETTI

           Maria Teresa Goretti, o Marietta, come la chiamavano familiarmente i parenti, non è la sola fanciulla che ha preferito soccombere pur di non cedere alle insidie di un esagitato. Quasi quotidianamente la cronaca riferisce fatti di violenza esercitata su inermi ragazze. Il motivo di fondo per cui la Chiesa ha voluto additarci l’esempio di questa santa dodicenne non è solo la difesa ad oltranza di una virtù come la purezza ma tutta la sua vita esempla-re, la netta scelta non in ragione dell’onore ma del comandamento divino: “No, no, Dio non vuole; è peccato!”, gridò al diciottenne Alessandro Serenelli che cercava di usarle violenza.

          I Goretti, originari di Corinaldo, in provincia di Ancona, spinti dalla necessità, erano emigrati nell’inospitale Agro Pontino, in località Ferriere di Conca, a dieci chilometri da Nettuno, verso la fine dell’Ottocento. La famigliola, abituata al duro lavoro dei campi, si adattò alla meglio in un vecchio casolare e, mentre papà e mamma si recavano nei campi, Maria badava ai quattro fratelli più piccoli di lei. Aveva soltanto dieci anni quando le morì il padre, stroncato dalla malaria. Così mamma Assunta, per poter raggranellare il necessario per vivere, usciva tutto il giorno al lavoro e Maria, che aveva potuto frequentare le scuole solo saltuariamente, dovette rinunciarvi del tutto. Accudiva alla casa e ai fratelli e quando poteva correva alla lontana chiesa per il catechismo; così a dodici anni, in una domenica di maggio, poté fare la prima comunione.

          Era una ragazza sviluppata per la sua età e perciò attirò l’attenzione di Alessandro Serenelli, un inquieto giovanotto. Le sue provocazioni vennero energicamente respinte da Maria. Ma Alessandro non desistette.

          Una mattina, quando mamma Assunta partì per i campi, lasciando sola in casa Maria con la sorellina più piccola (che più tardi si fece suora tra le Francescane missionarie dell’Immacolata), dopo l’ennesimo rifiuto della ragazza, la colpì ripetutamente con un punteruolo. Trasportata all’ospedale di Nettuno, Maria morì il giorno dopo, pronunciando paro-le di perdono per l’assassino: “Per amore di Gesù gli perdono e voglio che venga con me in paradiso”. Era il 6 luglio 1902.

          Condannato ai lavori forzati, Alessandro Serenelli ottenne il condono dopo 27 anni per buona condotta. Nel 1910 egli disse di aver avuto una visione della piccola martire e da quel momento la sua vita mutò. La madre e i fratelli poterono assistere nel 1950 alla solenne canonizzazione di Marietta, la giovanetta che non si lasciò contaminare dalla malaria del peccato.

SANTA MARIA GORETTI  E TAURISANO

          Taurisano ha sempre nutrito una tenera devozione verso la martire della purezza Maria Goretti, grazie a don Roberto Muraglia che fece costruire una delle prime cappelle al mondo dedicate alla Santa.

          Riportiamo il telegramma inviato dalla Santa Sede allo stesso don Roberto in occasione della benedizione della cappella avvenuta il 25 giugno 1952. Il telegramma è stato ricevuto il 21 giugno 1952 ed è firmato da Mons. Montini, il futuro Paolo VI:
Inaugurandosi Taurisano locale chiesa Santa Maria Goretti Sua Santità auspica nuovo tempio fervido focolare vita cristiana et invia di cuore implorata apostolica benedizione. Montini Sostituto.

          E’ interessante una lettera inviata a don Roberto dal Parroco di Corinando, paese natio di Santa Maria Goretti, don Carlo Fornaciari. Il sacerdote scrive sotto dettatura di Assunta, mamma di Santa Maria Goretti:

Mamma Assunta è molto lieta della nuova chiesa che dedicheranno alla sua Mariettina e mi ha detto di dirle: “Dica a tutte quelle figliuole iscritte alla Pia Unione, a tutti quanti quelli di Taurisano che io prego tanto la mia Mariettina per loro, specialmente il 25 c.m. Che prendano esempio da Mariettina morta per non fare il peccato. Ella ha sparso il sangue per la gioventù e quindi attenti ai peccati. Il Signore benedica tutti i vostri sforzi di bene. E voi, mamme, ricordate che tutto dipende da voi, non date tanta libertà alle figliuole, biso-gna farsi obbedire. Io prego la mia figliola che vi sia guida ed aiuto. Ella grida a tutti il suo messaggio, ascoltatelo!
Sono proprio contenta e commossa e il Signore vi benedica tutti. Un saluto e ricordo a lei, Signor Canonico, che il Signore sia con lei e con i parrocchiani sotto lo sguardo vigile della mia Mariettina.
Io non le aggiungo altro, solo gradirei avere una relazione, se possibile, della cerimonia, che poi stamperemo sul nostro bollettino insieme alla foto. E se può anche degli indirizzi cui inviare il nostro Bollettino.
                                                                                                                               Don Carlo Fornaciari

Ultimo aggiornamento ( Sabato 14 Febbraio 2009 10:50 )