Home Attività Parrocchiali Liturgia Domenicale NATALE DEL SIGNORE (ANNO A) – 25-12-2010

NATALE DEL SIGNORE (ANNO A) – 25-12-2010

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Prima lettura

Ci è stato dato un figlio.

Dal libro del profeta Isaìa (Is. 9,1-6)

Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete e come si esulta quando si divide la preda. Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva, la sbarra sulle sue spalle, e il bastone del suo aguzzino, come nel giorno di Màdian. Perché ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando e ogni mantello intriso di sangue saranno bruciati, dati in pasto al fuoco. Perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il potere e il suo nome sarà: Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace. Grande sarà il suo potere e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul suo regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e per sempre. Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.

 

Salmo (Sal. 95)

Oggi è nato per noi il Salvatore.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta.

Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.

 

Seconda lettura

È apparsa la grazia di Dio per tutti gli uomini.

Dalla lettera di san Paolo Apostolo a Tito (Tt 2,11-14)

Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.

 

Vangelo

Oggi è nato per voi il Salvatore.

Dal Vangelo secondo Luca (Lc. 2,1-14)

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

 

Per pregare, dopo la Santa Comunione                         (Preghiera di Averardo Dini)

«Troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia» (Lc. 2,12)

Meritavi una culla migliore,
meraviglioso Bambino di Betlemme
ma non l'hai né cercata né desiderata.

Così sei nato in me
ed ora dimori in me,
fragile culla invecchiata
dal tempo e dal mio peccato.

Afferra con la tua manina delicata
la mia, che è incallita dal vizio,
e stringila forte.

Afferra questa mia mano terrosa,
per trasmetterle il sapore del cielo.

Afferra questa mia mano tremante ed impaurita
per comunicarle il calore delle stelle.

Afferra questa mia mano,
appesantita dalle cose che racchiude,
per liberarla da ogni possesso
e renderla disponibile al dono di sé.

Afferra, Bambino di Betlemme, questa mia mano
per strapparla dalla strada della morte
e condurla con te
sul sentiero della vita.

Afferra questa mia mano
perché da essa si allontani
il nauseante odore di ogni violenza
e cominci invece a possedere
il tuo delicato profumo
che odora della pelle di Dio.

Amen.

Ultimo aggiornamento ( Lunedì 03 Gennaio 2011 14:52 )