N.B.: Oggi, 29-08-2010, si ricorda il martirio di San Giovanni Battista che per la nostra Parrocchia è solennità, essendo il santo uno dei nostri protettori. Pertanto la liturgia propria ha la prevalenza sulla liturgia domenicale.
Prima Lettura
Àlzati e di’ loro tutto ciò che ti ordinerò.
Dal libro del profeta Geremìa (Ger. 1,17-19)
In quei giorni, mi fu rivolta questa parola del Signore: «Tu, stringi la veste ai fianchi, àlzati e di’ loro tutto ciò che ti ordinerò; non spaventarti di fronte a loro, altrimenti sarò io a farti paura davanti a loro. Ed ecco, oggi io faccio di te come una città fortificata, una colonna di ferro e un muro di bronzo contro tutto il paese, contro i re di Giuda e i suoi capi, contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese. Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti».
Salmo (Sal. 70)
Sei tu, Signore, la difesa del giusto.
In te mi rifugio, Signore,
ch’io non resti confuso in eterno.
Liberami, difendimi per la tua giustizia,
porgimi ascolto e salvami.
Sii per me rupe di difesa,
baluardo inaccessibile,
poiché tu sei mio rifugio e mia fortezza.
Mio Dio, salvami dalle mani dell’empio.
Sei tu, Signore, la mia speranza,
la mia fiducia fin dalla mia giovinezza.
Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
dal seno di mia madre tu sei il mio sostegno.
La mia bocca annunzierà la tua giustizia,
sempre proclamerà la tua salvezza.
Tu mi hai istruito, o Dio, fin dalla giovinezza
e ancora oggi proclamo i tuoi prodigi.
Seconda Lettura
Moribondi, ed ecco viviamo.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (2Cor. 6,4-10)
Fratelli, in ogni cosa ci presentiamo come ministri di Dio con molta fermezza: nelle tribolazioni, nelle necessità, nelle angosce, nelle percosse, nelle prigioni, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; con purezza, con sapienza, con magnanimità, con benevolenza, con spirito di santità, con amore sincero, con parola di verità, con potenza di Dio; con le armi della giustizia a destra e a sinistra; nella gloria e nel disonore, nella cattiva e nella buona fama; come impostori, eppure siamo veritieri; come sconosciuti, eppure notissimi; come moribondi, e invece viviamo; come puniti, ma non uccisi; come afflitti, ma sempre lieti; come poveri, ma capaci di arricchire molti; come gente che non ha nulla e invece possediamo tutto!
Vangelo
Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista.
Dal Vangelo secondo Marco (Mc. 6,17-29)
In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.
Per pregare, dopo la Santa Comunione (Preghiera di Averardo Dini)
«In quel tempo le folle interrogavano Giovanni dicendo: “Che cosa dobbiamo fare?”» (Lc. 3,10)
Di fronte ai grandi problemi
del mondo e della chiesa,
della mia città e della mia famiglia
anch'io mi domando spesso:
Cosa devo fare?
Per mezzo di Giovanni, o Signore,
tu mi dai una risposta precisa.
Non mi chiedi di fare miracoli,
ma di spendere la vita in modo diverso
così da essere, ogni giorno, grano per il pane
e non pula per il forno.
Non mi chiedi di fare cose straordinarie,
ma di fare le cose ordinarie
in modo straordinario.
Fa', o Signore, che io possa diventare
una persona nuova
che non torce un capello ad alcuno,
che si contenta di quello che ha,
che lavora con lo stesso impegno di un bambino
quando corre per il prato alla ricerca delle margherite
o che ragiona fantasticando con i suoi balocchi.
Fa', o Signore, che io occupi
il mio posto nella storia
vivendo l'eroismo del tuo messaggio
nel quotidiano ordinario e comune,
nella assoluta certezza che il mondo nuovo
nasce dalle mie mani,
ben sapendo che non saranno le sole.
Amen.